04 marzo 2005

Faccende domestiche (parte 2)

AVVERTIMENTO N.2: Se vuoi sapere cosa succede nel mondo, non guardare la televisione
Tenersi aggiornati quaggiù richiede applicazione e pazienza. L’unico giornale non ha che una decina di pagine, esce ogni due settimane e si occupa solo di Pohnpei e dintorni. In pratica come leggere la pagina di Jesolo e San Donà nel Gazzettino di Venezia un paio di volte al mese. Distensivo, ma decisamente limitante. L’unica radio dell’isola trasmette principalmente musica – soprattutto revival o roba micronesiana tradizionale – mentre le notizie sono in svariate lingue locali, sfortunatamente tutte a noi sconosciute. Infine Internet costa una cifra esagerata per una connessione lentissima di poche ore al mese che richiede una dose decisamente elevata di tenacia. La tv è quindi l’unico mezzo che consente di sapere cosa succede nel resto mondo. O così pensavamo.
L’acquisto della televisione in casa Olmsted era stato ampiamente dibattuto e lungamente posticipato: a Londra non ce l’avevamo e non ne avevamo sentito la mancanza, e qui sembra che l’umidità accorci di svariati anni la vita di qualunque apparecchiatura elettrica. E così non riuscivamo a deciderci. Era stato Matt a sbloccare la situazione facendosi convincere da un collega micronesiano ad acquistare la sua tv usata. I due erano così apparsi alla porta di casa durante la pausa pranzo con un grande apparecchio non proprio nuovissimo ed io mi ero improvvisamente animata all’idea di vedere un telegiornale. Ma dovevo ancora imparare che anche le cose più semplici quaggiù testano la pazienza anche del più benintenzionato degli esseri umani.
Il primo ostacolo è causato delle distanze oceaniche – nel senso più letterale del termine. L’immensità degli spazi rende infatti inutile l’uso delle antenne e la tv non si può guardare se non via cavo. La cifra dell’abbonamento non mi era sembrata per niente modica – 25 dollari di installazione più 25 al mese di abbonamento per una manciata di canali – ma non ci sono alternative. Avevo così dovuto pagare, per dirla in maniera educata, con malcelata riluttanza.
Quando i tecnici erano venuti ad attivare la connessione, tuttavia, avevamo fatto due scoperte sconcertanti. La prima é che la tv è giapponese. E non mi riferisco solo alla marca. In pratica è impossibile sintonizzare canali e funzioni a meno di non conoscere i geroglifici del Sol Levante. I tecnici avevano fissato lo schermo per parecchi minuti con un’espressione di ovvio disorientamento, troppo educati per dirmi di arrangiarmi. Ed era stato con palese sollievo e considerevole velocità – per gli standard locali – che se ne era andati dopo essere stati rassicurati che ce ne saremo occupati noi. Noi… si fa per dire. Avevo lasciato infatti a Matt l’onore di passare un’intera serata ad sacramentare con i canali – sottovoce, naturalmente, poiché si trattava di un suo acquisto – mentre io gongolavo all’idea che, una volta tanto, la fregatura non l’avevo presa io. Quando finalmente le immagini erano comparse sul video avevamo fatto la seconda, sconcertante scoperta: la maggior parte dei programmi, telegiornali inclusi, erano vecchi di settimane. Incapaci di capire il problema abbiamo chiesto in giro… e la rassegnata risposta è stata che i programmi vengono registrati in videocassetta in Usa e in Australia, portati qui via aerea e trasmessi esattamente due settimane dopo essere stati mandati in onda nei paesi d’origine. Per la modica cifra, scusate se mi ripeto, di 25 dollari al mese, 300 all’anno. ?@#*&!!!!! (traduzione censurata)
Immagino che a molti di voi questo non sembri nemmeno un problema, in fondo la tv italiana non fa che mostrare vecchi programmi, ma provate a guardare ogni giorno telegiornali e programmi di attualità vecchi di 14 giorni e poi ne riparliamo. Come il protagonista di “Ritorno al futuro” guardiamo tutta la tv sapendo esattamente che cosa sta per accadere. Voglio dire, l’intera comunità degli espatriati a Pohnpei si stava appena riprendendo dalla prevedibile ma deludente sconfitta di John Kerry alle elezioni americane (vissuta in diretta ad un mitico party durato una decina di ore) che avevamo dovuto rivivere il penoso tran tran degli exit poll, le interviste e i risultati sapendo già il risultato. Il conto alla rovescia per il Natale – con programmi pieni di addobbi, canzoni, consigli per i regali e babbi natale di tutte le forme – qui è terminato l’8 gennaio. E lo stesso vale per le tragiche immagini dello tsunami.
Ci sono, a dire la verità, due canali che trasmettono in diretta usando il satellite. Uno è il canale australiano Star World, che però appartiene a quel bigotto, ultra-conservatore amico di Bush che è il magnate Rupert Murdoch, proprietario tra l’altro dell’assolutamente inguardabile Fox, al cui confronto il telegiornale di Fede sembra la quintessenza della neutralità (quelli di voi che stanno negli States mi capiscono). L’altro è la CNN del Pacifico, che però come tutte le CNN è difficile da sopportare per più di qualche minuto al giorno senza provocare attacchi di ansia da tragedia e/o stupidità – proprio ieri la tizia che si occupa del World Weather annunciava con espressione orgogliosa e sorridente che, ebbene si, nevicava sull’Himalaya! Che dire, per fortuna che trasmettono Friends.
(Continua)