25 marzo 2006

IL LETTO IN UNA MACCHINA

Non capita anche a voi di fare gli acquisti migliori quando siete in cerca di qualcosa di completamente diverso (che naturalmente non riuscite a trovare)?
Tre settimane fa ero in giro per i negozi dell'isola con la nostra segretaria in cerca di sedie per il tavolo riunioni dell'ufficio quando sono incappata in un fantastico letto per bimbo a forma di macchina. A dire il vero c'era solo l'esterno - niente piano orizzontale ne' materasso - ed era chiaro che i proprietari del negozio avevano sempre pensato che fosse un enorme giocattolo. Credo che l'idea di un letto di quella forma sia oltre le capacita' d'immaginazione di ogni micronesiano. Voglio dire, qui tutti dormono su materassi di gommapiuma per terra (e' la tradizione, e poi permette di accomodare un numero illimitato di persone) e i bambini sono gli ultimi a godere del "privilegio" di un letto rialzato.
Se pensate che dormire per terra sia incivile, beh ricredetevi. Lo abbiamo fatto anche noi prima che il nostro container arrivasse e lo abbiamo trovato cosi' comodo che abbiamo continuato a farlo per un po'. Sebastian poi aveva 10 mesi e gattonava, e il letto per terra gli ha permesso di muoversi senza cadere e di giocare da solo senza chiamarci quando si svegliava. E cosi' lui ha continuato a dormire sul pavimento fino ad adesso. L'unico inconveniente e' che quando viaggiamo deve dormire per terra altrimenti cade dal letto, cosa non semplicissima perche' non possiamo portarci dietro un materasso...
Non avendo mai visto letti per bambini in Micronesia avevamo comperato il legno per fargliene uno - Matt e' un ottimo falegname e ha costruito tutte le nostre librerie - ma poi io sono incappata in questa meraviglia di macchina. Come poter resistere?

24 marzo 2006


Il sogno di ogni maschietto!

QUALCOSA SUL CLIMA A POHNPEI…

Mettiamola cosi’: una lussureggiante foresta tropicale richiede acqua. Tantissima acqua. A Pohnpei piove come nessun altro posto al mondo con l’eccezione di uno dei picchi hawaiani: circa 10 metri (!!!) di precipitazioni annue sulle cime e circa la meta’ a livello del mare. In pratica l’altitudine a cui si trova casa tua determina quante secchiate d’acqua il buon dio ti scarica sulla testa giornalmente. Posso assicurare che stare sul cucuzzolo di una collinetta piuttosto che alla base fa un’enorme differenza.
In base a dati raccolti per circa 30 anni, a Kolonia (dove viviamo noi), questa e’ la presenza media delle nuvole in un anno:
- cielo terso = 3 giorni
- parzialmente nuvoloso = 63 giorni
- nuvoloso = 299 giorni
Se l’idea di stare su un’isola tropicale che a malapena vede il sole suona deprimente, vi invito a passare quaggiu’ una delle 3 giornata totalmente soleggiate. Una fornace con 98% di umidita’ e’ un paragone azzeccato.
La realta’ e’ che le nuvole sono sempre in constante movimento. Le giornate sono un’alternarni poco prevedibile di pioggia e sole a cui ben pochi fanno caso. Non si vedono ombrelli in giro e anche l’acquazzone piu’ energetico lascia ben pochi segni. Tutto si asciuga – compresi i tuoi vestiti – in pochi minuti.

Le immancabili nuvole sopra Pohnpei.

20 marzo 2006

MICHELANGELO STAI IN GUARDIA!

Alle Hawai'i ho comperato -- senza troppa convinzione -- un set di colori e pennelli per bambini per Sebastian. Come si puo' vedere qui sotto dalle foto, lui ha apprezzato moltissimo e si e' dedicato ai "disegni" con enorme concentrazione e assoluto silenzio. Che devo dire, Michelangelo caro, dopo qualche secolo e' finalmente arrivato il tuo successore!!!

L'opera all'inizio...

... e dopo un'ora di silenzioso e attento lavoro.

17 marzo 2006

SI TORNA A CASA!

La settimana di training alle Hawaii e’ finita e io sono in partenza domani mattina all’alba. Aereo alle 6:55, questi incivili! Contrariamente a tutte le mie aspettative sono riuscita a dormire veramente poco. Tanto per cominciare l’aereo dalla Micronesia raggiunge le Hawaii in piena notte e tra una cosa e l’altra non ho messo piede in camera che alle 5 del mattino. Tenendo conto del fuso orario e del fatto che il training e’ iniziato alle 9, questo spiega come la prima notte sia stata un disastro. Ah, dimenticavo, durante il volo il mio vicino di prima classe (ho accumulato talmente tante miglia che mi assegnano la prima classe per pieta’...) si e’ bevuto 13 bicchieri di champagne. Li ho contati tutti, credetemi. Il tizio – un enorme micronesiano con evidenti problemi respiratori – li ha mandati tutti giu’ senza battere ciglio. Tutti a parte quello che ha inavvertitamente rovesciato addosso a me e sopra la tastiera del mio computer, naturalmente.

FINALMENTE SO COME PRONUNCIARE HAWAI’I

La settimana e’ proceduta senza troppi intoppi, ma una sorpresa e’ stata il mini-corso di lingua hawaiana. Effetto collaterale: instantaneo innamoramento. Queste sono isole fantastiche, le piu’ isolate al mondo, con una varieta’ di piante e animali assolutamente unica (dovuta all’isolamento) e una cultura straordinaria. Prima che gli americani la spazzassero via per fare delle Hawaii il 50imo stato della federazione, naturalmente.
La lingua e’ piena di vocali e di acca e incredibilmente musicale. Ma a anche significati straordinari, con parole che hanno multipli significati, talvolta diversissimi ma legati da ovvie connessioni se si conosce la ricchissima storia degli hawaiiani.
Qualche esempio di parole:
‘ōhi’a eloua – uno dei fiori locali
‘ōpae kala’ole – gambero
‘o’opu alamo’o – uno dei pesci piu’ rari
Gli apostrofi indicato brevi interruzioni nella pronuncia, il trattino indica la doppia lettera.
E il nome Hawaii? Convinti che si pronunci “Auai”? Hu hu. No, se venite qui non provate nemmeno a dire quella parola. La scrittura corretta e’ Hawai’i e la pronuncia “haua(con l’acca!)-pausa-i(lunga, come ii)

10 marzo 2006

MA QUANTO GRANDE E' LA MICRONESIA?

Questa e' una mappa che usiamo spesso nelle power point presentations quando dobbiamo mostrare dov'e' la Micronesia e quanto grande e'. Come si vede, la Regione Micronesia include Palau, le isole Marshalls, gli Stati Federati della Micronesia, it territorio americano di Guam e le isole Marianne.
La sovrapposizione della cartina degli Stati Uniti aiuta a capire quanto grande sia questa regione!

E noi stiamo proprio li'!

CAPELLI

Dopo aver messo nel sito la foto che mi ritrae in Australia, Doni da Parigi mi ha scritto chiedendo come mai mi sono fatta crescere i capelli. E' una domanda che mi sono sentita rivolgere spesso ultimamente. Risposta: la mancanza di un parrucchiere decente. Mettiamola cosi': questo e' un paese dove le donne portano i capelli lunghi. Tanto lunghi. Questa mattina ho chiesto a Serleen, la nostra segretaria di sciogliere lo chignon cosi' da poter fare una foto della sua chioma e pubblicarla qui. Il suo commento? "Ma sono corti adesso! E poi da quando ho avuto i bimbi ne ho perso la meta'!" E c'e' da crederle. Sua sorella ha i capelli che arrivano ai polpacci e in giro si vedono ragazzine con certe trecce che arrivano a meta' coscia grosse ognuna come il mio braccio.
Neri e lucentissimi grazie all'olio di cocco, i capelli qui si portano in grossi chignon per evitare il caldo. Sciolti si portano solo durante le danze o la sera, quando la calura si fa meno sentire. E se atterrate all'aeroporto dell'isola di Yap trovate ad accogliervi una stupenda ragazza micronesiana in topless e gonna di paglia con i capelli sciolti... (le tradizionalissime comunita' del posto hanno dichiarato il topless obbligatorio per gli abitanti). Inutile dire che noi povere occidentali crepiamo d'invidia di fronte a queste chiome stupende. L'inica ripicca sarebbe sfoggiare tagli perfetti e colpi di sole fatti a regola d'arte, ma le uniche due parrucchiere - entrambe Filippine - sono totalmente incapaci di fare qualunque cosa che non sia rasare le teste a zero - pratica diffusa per i bambini (la gente del posto crede che questo renda i capelli piu' forti). Soluzione: Matt si taglia i capelli da solo, io li faccio crescere.

Serleen

08 marzo 2006

LAMINGTON NATIONAL PARK - Australia

A meta' febbraio il lavoro mi ha portato di nuovo in Australia per uno dei nostri meeting annuali. Come al solito, The Nature Conservancy ha scelto un posto isolato, bellissimo e eco-friendly. Per cinque giorni 40 di noi sono stati nel quasi completo isolamento (due soli telefoni, no internet) del famosissimo O'Reilley's Resort all'interno dell'impenetrabile foresta tropicale di Lamington National Park.
Lamington e' talmente bello che fa parte della lista dei luoghi Patrimonio dell"Umanita' dell'UNESCO e la famiglia O'Reilley e' da ben 80 anni la proprietaria dell'unico alloggio all'interno del parco.
La strada per arrivarci pero' e' terribile, tutta un tornante e larga a malapena quanto il minibus.

Una delle cose che rendono Lamington famoso. La famiglia O'Reilley ha costruito una passerella sospesa tra le cime degli altissimi alberi della foresta tropicale. Lunga circa mezzo chilometro, non e' proprio adatta a chi soffre di vertigini!

La passerella e' talmente in alto che si fa fatica a vedere il terreno in basso.

Un compagno per colazione. Uno dei numerosi pappagalli mi ha rubato lo zucchero mentre bevevo il te sul terrazzo della camera.

Il fantastico paesaggio di Lamington National Park al tramonto.

Le mie colleghe dall'Indonesia, la Micronesia, la Papua Nuova Guinea e Guam. Prima che il fotografo ci interrompesse stavamo discutendo l'importanza delle scarpe nella vita di ogni Italiano (giuro!). Il fatto che diversamente da tutti gli altri non portavo ciabatte, infradito o sandali ma un paio di italianissime scarpe di pelle era diventato l'argomento di conversazione del meeting. Per giorni questa etichetta di "esperta della moda" mi ha accompagnato ovunque andassi!

VIGNETTE

Oggi Maurizio mi ha mandato una vignetta carina e ho pensato di metterla qui - anche se e' un po' piccola. E poi visto che c'ero ne ho messa un'altra che prova, oltre ogni dubbio, il riscaldamento del pianeta.

Avian flu!

Impossibile negare l'evidenza...