30 marzo 2007

Proprio lontani da tutto

Per la cronaca: queste sono miglia, per trasformarle in km moltiplicare per 1,6!

Trasporto in stile micronesiano

Considerato il numero relativamente basso di macchine in Micronesia, i pick-up sono uno dei mezzi favoriti di trasporto, dato che possono accomodare un numero notevole di passeggeri sul cassonetto posteriore. Il problema, come al solito, e' la pioggia... Ma come si dice da queste parti, se ti fai fermare dalla pioggia qui non esci mai di casa.

14 marzo 2007

Pranzo in piscina

Dopo un paio di mesi senza 'piscina' - la precedente si era bucata - sabato scorso io e Sebastian ne abbiamo comperato un'altra. Dopo che Matt ha fatto buon uso dei suoi polmoni gonfiandola, il piccolo ha trascorso l'intero weekend a mollo. Perfino la pasta e il succo hanno dovuto essere trasferiti dalla tavola al terrazzo.









13 marzo 2007

Ladri di benzina

E' cominciato tutto durante le feste di Natale. Un giorno sto guidando in 'centro citta'' e mi rendo conto che sono in riserva. Strano, visto che ho riempito meta' serbatoio qualche giorno prima. Dato che l'ufficio si trova a due passi da casa quei 20 dollari di solito mi durano tre settimane. Vado a rifare benzina e nel bel mezzo del rifornimento il ragazzo che mi serve si ferma e guarda sotto l'auto: "Il serbatoio e' rotto mi dice". "*&%@***" Deve essere stata una delle roccie del giardino, dopo che l'auto mi era slittata fuori dalla stradina d'entrata a casa, coperta di viscidissimo muschio verde a causa delle pioggie incessanti (ero finita a 'grattare via' il muschio io stessa, sotto la pioggia, armata di spazzolone e candeggina, dopo che sia io che Matt eravamo caduti una serie infinita di volte cercando di cambiare la gomma dell'auto che si era forata).
E' stato quando ho portato l'auto dal meccanico che ho scoperto il vero problema. "Non e' il serbatoio che e' rotto" mi ha detto il filippino proprietario dell'officina, "le hanno tagliato il tubo del rifornimento." Inchinati a guardare sotto la macchina vedo il tubo che va da dove si infila la pompa al serbatoio tagliato di netto. "Un colpo di machete" dice il meccanico, "per rubare la benzina. Questa e' la terza macchina che vedo questa settimana."

Nel corso dei giorni seguenti scopro che tre macchine dell'Universita', tre della famiglia piu' ricca dell'isola, cinque delle autorita' municipali e una manciata di altre hanno tutte subito lo stesso trattamento. La gente dice che e' l'opera di un gruppo di ragazzi che mirano ad auto che probabilmente hanno un po' di benzina in serbatoio -- i locali spesso mettono solo un paio di dollari. Pago i miei 75 dollari di riparazione, impreco e continuo con il lavoro. Per lo meno fino ad un lunedi' mattina quando ho un meeting con venti persone, ho io tutto il materiale, sono in ritardo e devo portare Sebastian a scuola. A mezzo km da casa la spia della riserva si accende: *@%$*^#*&@%$^@**%$" Ho riempito il serbatoio il giorno prima! Accosto, scendo e guardo sotto l'auto. Eccolo li, nero e tagliato di netto. Sempre imprecando giro l'auto, torno a casa, scarico tutto - bambino compreso - e ricarico nell'auto di Matt che oggi guida l'auto del Ministro di Giustizia. Durante il meeting sgaiattolo fuori e lo chiamo: "Vai a dare un'occhiata anche alla tua macchina". Nessuna sorpresa che l'auto blu fosse nelle stesse condizioni della mia.

Sono passati un paio di mesi e l'ondata di furti di benzina sembra essere sparita veloce come era arrivata. A me ha lasciato due conti da pagare e un'auto che ora ha una placca di metallo a coprire il tubo della benzina. Idea di Matt. La mia era di preparare un cartello con la scritta "Dio ti sta guardando!" ispirata alla forte religiosita' dei Micronesiani ed attaccarlo al serbatoio sotto la macchina.

Pippistrelli in Papua Nuova Guinea

Durante il mio viaggio in Papua Nuova Guinea lo scorso ottobre, uno dei miei colleghi ha scattato queste foto dei famosi "Flying Foxes", gli enormi pippistrelli che popolano gli alberi di Madang. I papuani li mangiano, anche se li cucinano in modo diverso dai miei amici micronesiani nativi di Palau. In Palau li fanno bollire interi nel brodo e poi li servono in un grande piatto fondo - con tanto di occhi spalancati e peluria varia. I papuani invece li servono a pezzi, tanto che e' difficile per uno straniero capire di che animale si tratti.

08 marzo 2007

Fiocco rosa: e' nata Eleonora Tabatha

44 ore di viaggio non sono riuscite a scalfire il desiderio di dare il benvenuto alla piccola Eleonora Tabatha non appena arrivata a Washington. Dall'aeroporto all'albergo e poi subito a casa di Barbara e Lorenzo, che con Leonardo e i nonni jesolani si stavano godendo la tata, a poco piu' di 24 ore dalla sua nascita. La foto ci ritrae in intensa conversazione, con Eleonora impegnata a mugugnare le esperienze del suo primo giorno di vita! Che dire, e' veramente bellissima, con una testina perfetta di capelli castani e un carattere decisamente dolce, nonostante il secondo nome da streghetta!
I link ai blog di Eleonora e Leonardo sono qui a destra.

06 marzo 2007

Tramonto al Village Hotel

Il Village Hotel e' senza dubbio l'albergo migliore di Pohnpei. Gestito da una famiglia di americani in Micronesia dal 1971, il Village ha vinto una serie di premi per Eco-turismo e continua ad essere la meta preferita di chi passa di qui e di chi qui ci vive e ogni tanto ha bisogno di una buona cena. Date un'occhiata qui per vedere le camere http://www.thevillagehotel.com/bungalow.htm
I proprietari sono diventati dei cari amici ed e' straordinario ascoltare la loro storia. Bob ha passato l'infanzia in Cina, figlio di missionari protestanti, poi ha conosciuto Patti e messo su famiglia: 4 figli di cui uno di colore adottato. All'inzio degli anni '70 la scelta di venire a Pohnpei. Per tre anni hanno dormito in una casa tradizionale - che significa un tetto ma niente pareti - dormendo sul pavimento come i locali, un adulto per lato per evitare che i bimbi rotolassero fuori. La grande difficolta' di aprire l'albergo dovuta al fatto che non-Micronesiani non posso acquistare terra (tutt'ora sono in affitto). I figli che crescono, tre che lasciano la Micronesia e uno che rimane. Tutt'ora i figli parlano in Pohnpeiano tra di loro, mai in inglese. James, quello che e' rimasto, ha sposato una bella donna del posto e ha avuto 7 (dico 7!!!) figlie, una piu' spendida dell'altra. Le bimbe hanno dai 18 ai 5 anni. Un giorno ho chiesto a Patti se e' successo perche' volevano un figlio e lei mi ha risposto: "Le bimbe hanno tutte nomi da maschio (Jo, Randy, Sam, Tom, etc) tu che ne pensi"?

05 marzo 2007

Funerali

L’atmosfera sull’aereo per Guam oggi è la solita di tutti i voli in Micronesia: tranquilla e profumata. Risultato da un lato della onnipresente buona educazione degli abitanti di queste isole, dall’altro degli onnipresenti mwaramwar (pronuncia mar-a-mar), le corone e collane di fiori ed erbe profumatissime che all’aeroporto vengono date a familiari ed amici in partenza. Come viaggiare con una rappresentanza di fioristi che si portano appresso il campionario. L’unica nota stridente sul volo di oggi è la presenza inquietante di uno sproporzionato numero di persone completamente vestite di nero. La passione degli abitanti del Pacifico per i colori è ben nota – basti vedere le camicie hawaiane, divisa ufficiale dei funzionari di governo – e quindi la presenza del nero indica una sola possibilità: c’è un funerale da celebrare. Quarant’anni di presenza americana da queste parti – con i suoi funerali striminziti, venti persone e dieci minuti al cimitero – non è riuscita ad intaccare la tradizione locale che richiede lunghi e affollatissimi commiati a colui che è passato al creatore.
I funerali in Micronesia contano più di qualunque altra cerimonia (matrimoni inclusi) e determinano la cadenza lavorativa più di qualunque orario. Quando uno annuncia che deve andare ad un funerale, beh, la giornata è pressochè finita. Anche se sono le 8 del mattino. I funerali cominciano nel momento in lo sfortunato muore e durano ininterrottamente per tre giorni. Se uno muore alle 2 del mattino – come è successo al capo della polizia mio vicino di casa – tempo mezz’ora e l’intero quartiere è alla porta di casa. Compresi bambini, invalidi, anziani e neonati. Ogni famiglia porta del cibo, la quantità strettamente determinata dal grado di parentela o amicizia. Si va da un pollo o un sacchetto da 10 kg di riso a un maiale intero, animale praticamente sacro da queste parti. Le eccezioni non sono previste, pena la vergogna pubblica. Il cibo viene consegnato alla famiglia del defunto e i parenti iniziano a cucinare, mentre i visitatori siedono in giardino, pronti a tenere compagnia alla famiglia e a mangiare per i tre giorni successivi. Ogni grammo commestibile viene preparato e dato ai partecipanti, i quali riempiono i piatti fino all’inverosimile e li spediscono a casa propria, ligi alle ferree regole di ridistribuzione dei beni vigenti sulle isole. È chiaro che un paio di matrimoni in famiglia (intesa quella allargata) possono mandare sul lastrico anche chi di solito non ha grossi problemi di soldi, come è successo al mio capo l’anno scorso. Tre funerali nella famiglia della moglie – il clan più prestigioso dell’isola – e il pover’uomo, che ha uno degli stipendi più alti del paese, ha finito tutti i maiali di casa. Per l’ultimo funerale ha dovuto acquistarne tre. Costo di un maiale adulto e ben pasciuto: circa 2000 dollari.
I miei compagni di viaggio oggi vengono quasi tutti dalle Hawaii – famiglie di micronesiani residenti all’estero – e considerato che il viaggio costa circa 2200 dollari a persona, mi vien da pensare che l’inverosimile numero di passeggeri vestiti di nero significhi quasi la bancarotta. Ma l’estremo saluto non ammette considerazioni terrene di valore monetario. All’aeroporto di Chuuk, dove facciamo scalo, una sorta di plotone in abiti civili – naturalmente neri – attende l’aereo. I miei compagni di volo scendono portandosi dietro la maggior parte dei fiori e io guardo per l’ennesima volta dal finestrino dell’aereo la cerimonia che accoglie il defunto sotto il cocente sole tropicale. Sei persone scaricano la bara, che per ovvie ragioni di trasporto, si trova all’interno di un’enorme scatola di cartone. Su entrambi i lati una scritta blu a caratteri cubitali avvisa di “Maneggiare con estrema cura”. Tempo un paio d’ore e la bara sarà sepolta nel giardino di famiglia. In queste terre dove i legami di sangue contano più di ogni altra cosa, i cimiteri suonano come un’eresia e sulle tombe ci si siede, si mangia e, perchè no, ci si stendono i panni.

Una tomba a Pohnpei con i panni stesi ad asciugare al riparo dalla pioggia.