29 settembre 2007

Fuga in Turchia

Certe persone non finiscono mai di stupirti. Ad agosto Matt aveva annunciato che si sarebbe preso un giorno di ferie cosi' da portare la famigliola a Istambul per un weekend lungo. Questo e' lo stesso uomo che non va in vacanza a meno di non esserci costretto sotto minaccia delle armi, per 4 anni quando lavorava a Washington ha usato le ferie per monitorare elezioni in giro per il mondo, ed e' stato premiato al liceo per non aver perso un giorno di scuola in 10 anni...
Devo pero' ammettere che nonostante lo shock iniziale, l'idea non mi aveva proprio entusiasmato, anche se sono anni che dico di voler andare in Turchia. Il problema era che stavo coordinando un meeting mondiale sulle isole a La Maddalena per fine settembre che -- letteralmente -- mi lasciava ben poco tempo per dormire, scordiamoci l'andare in vacanza. Avevo accettato solo perche' non mi ero fermata un attimo negli ultimi 5 mesi: trasloco, nuovo paese, nuova casa, nuova scuola/tata per Sebastian, problemi legali con il mio lavoro per via della Moldavia, l'acquisto della casa di Jesolo, il container dalla Micronesia bloccato in dogana, e naturalmente la conferenza in Sardegna.
Ma poi c'e' stato quel pomeriggio di fuoco con una serie infinita di telefonate tra me, il Ministero Esteri e il Ministero Ambiente (quest'ultimo aveva suggerito la conferenza e la pagava interamente) e l'ordine arrivato dall'alto di rimandare il meeting. Long story short come amano dire i miei colleghi, la comunicazione interna tra ministeri era stata carente e le alte personalita' che avrebbero dovuto venire erano state invece dirottate verso NY per il Summit sull'ambiente alle Nazioni Unite.
Sorvolo su quello che e' successo le settimane successive, diciamo che cancellare 200 voli non e' una cosa cosi' semplice e una serie non indifferente di ministri e un paio di capi di stato hanno espresso un disappunto notevole all'improvviso cambio di programma, dato che praticamente tutti avevano rinunciato ad altri meeting importanti (compreso quello ONU a NY) per venire in Italia.
E cosi' la vacanza in turchia e' capitata proprio al momento giusto, due giorni dopo l'annuncio della cancellazione. Mi ha dato la possibilita' di staccare la spina prima di tornare alla bolgia infernale scatenata dall'improvvisa notizia.


Sul tram dall'aeroporto all'albergo Sebastian guarda incantato le strade piene di negozi. Istambul a lui e' piaciuta tantissimo, probabilmente piu' di ogni altro posto che ha visitato. Le moschee poi lo hanno incantato (probabilmente perche' girava scalzo al loro interno e offrivano un po' di sollievo dal caldo soffocante) e continuava a volerne visitare.
La fontana delle mucche, proprio in centro, circondata da statue di ruminanti decorate nei modi piu creativi.

L'immancabile visita al Bazaar. Un vero e proprio labirinto. Immenso.




L'immancabile pulizia delle scarpe. Un lavoro perfetto. "Le scarpe italiane si riconoscono a colpo d'occhio" ha affermato il signore senza nemmeno sapere da dove venivamo.
Alcune stradine del centro sono incredibilmente tranquille...
Tirati a lucido per una supercena al ristorante del Four Seasons Hotel, Matt e Sebastian passano per il mercato del pesce (al centro nella foto qui sotto), dove il nostro naturalista in erba, che pianta radici sul posto ogni volta che vede un animale -- vivo o morto -- esplora le anguille.
I bar all'aperto sono posti meravigliosi dove trascorrere i pomeriggi.
La Moschea Blu di notte. Si trovava proprio a due passi dal nostro albergo, e per arrivarci bisognava attraversare la piazza quadrata che un tempo era il 'circo massimo' della citta', dove atleti e bighe si sfidavano. Un'emozione unica attraversarla sapendo che e' proprio da li' che provengono i quattro cavalli che ora adornano la Basilica di San Marco a Venezia.
La vista dalla camera del nostro alberghetto. Matt l'aveva scovato su internet. Piccolo e carino, centrale ma appena fuori dalle strade piu' turistiche.
Questa foto e' la prova di un'innegabile verita': in nessun altro posto al mondo la gente dimostra un'adorazione totale per i bambini come in Turchia. Eravamo stati avvertiti da amici che avevano visitato il paese in precedenza, ma la realta' supera di molto ogni fantasia. Dal controllore del tram che prende in braccio Sebastian e gli offre le caramelle, ai proprietari di negozi che fanno a gara per giocarci insieme ignorando la folla di clienti (e questi ultimi in coda che sorridono), ai gruppi di teenager che per strada urlano alla sua vista, si accalcano intorno a noi, si mettono in ginocchio e lo sbaciucchiano, alla persona qui in basso, che in compagnia di un gruppo di amici si stava facendo fotografare all'interno di questo albero ma quando ci ha visto nelle vicinanze ha sospeso il tutto per potersi far fare la foto con il piccolo in braccio.
Raccomando caldamente a tutti coloro che hanno bimbi piccoli una vacanza in questo paese meraviglioso.

L'inevitabile visita al Topkapi, l'immenso palazzo del sultano. Non si puo' non visitare l'Harem... le donne non potevano che sbirciare fuori che da alcuni piccoli fori sulle porte.


Meritato riposo dopo chilometri di cammino sotto il sole cocente. I divani sono talmente comodi che abbiamo deciso di usare l'idea per il grande terrazzo della casa di Jesolo, solo in versione piu' moderna.
Pesca sul Bosforo
Celebrazione musulmana. I bimbi corrono fuori dalla moschea vestiti come splendidi principi di una favola.