01 dicembre 2008

Negoziazioni sul clima - Giornata n.1

Lo avevo promesso a piu’ di una persona, la prossima volta che vado a uno di questi enormi meeting ONU tengo un diario. E quindi eccomi qui, in questa citta’ che dal finestrino del taxi sembra il solito triste miscuglio est europeo – palazzi sovietici, gioiellerie moderne e tram sgangherati. Poznan e’ la seconda citta’ della Polonia dopo Varsavia e in questi giorni sta vivendo una vera e propria invasione: 8000 delegati da 190 paesi, organizzazioni internazionali e ong sono scesi in quest’angolo di gelida Europa per uno degli appuntamenti piu’ importanti dell’anno: le negoziazioni Nazioni Unite sul clima, compreso il rinnovo degli accordi di Kyoto. L’anno scorso le negoziazioni si sono tenute a Bali... voglio dire, a chi e’ venuto in mente di accettare la proposta dei polacchi di avere questo meeting quassu’ a DICEMBRE???

Il viaggio
Il mio viaggio per arrivare qui e’ iniziato domenica. Ore 17:30 con partenza da L’Aja. Il volo aereo sarebbe durato circa un’ora e mezza ma i prezzi sono saliti alle stelle negli ultimi mesi a causa dell’enorme richiesta. E cosi’ io e Yaba, il mio collega che vive a L’Aja, abbiamo optato per un rilassante viaggio di 17 ore in treno. C’e’ qualcosa di inspiegabilmente anni ’30 nell’andare alla stazione con il freddo e salire su un treno con vagoni letto diretto a Mosca... Ogni volta che sentivo uno degli altri scompartimenti aprirsi mi veniva in mente “Assassinio sull’Orient Express”. Ma devo ammettere che mi ha fatto voglia di viaggiare di piu’ in questo modo e prendere treni simili in altre parti del mondo, dal Tibet al Sud Africa.
Arrivo a Poznan stamattina. La corsa attraverso la fredda campagna polacca, coperta di brina e avvolta nella foschia, mi ha inevitabilmente fatto venire in mente i viaggi su queste stesse rotaie che portarono milioni di persone ai campi di concentramento... Ma il nostro arrivo e’ stato ben piu’ piacevole, accolti da tanti volontari alla stazione – non sia mai che questi stranieri non sappiano salire su un taxi e raggiungere il loro hotel. In realta’ la faccia di quelli che si fanno fregare dovevamo averla, visto che il tassista ci ha fatto fare un giro assurdo che ci e’ costato il doppio del necessario. Dovrei metterlo in contatto con i 6 tassisti di Roma che lo scorso anno hanno abilmente raggirato i miei colleghi al meeting sulle aree protette. Magari si scambiano qualche dritta.

Subito al lavoro
Anyway... doccia velocissima, asciugatura capelli al volo, nessuna colazione e 15 minuti dopo stavo in strada diretta al centro congressi. Registrazione piuttosto veloce considerando i problemi di cognome (il mio passaporto dice Menazza, la richiesta spedita da TNC diceva Olmsted). La foto nel mio pass mostra chiaramente quanto male si dorma in treno, ma il magico rettangolo mi permette di accedere alle negoziazioni e pure ai tram, visto che a mostrarlo non si paga il biglietto.

[I miei colleghi James e Yaba in coda per la registrazione]

Il primo appuntamento e’ all’ufficio della nostra delegazione, per un meeting di coordinamento. Siamo letteramente incastrati tra l’ufficio della delegazione americana, quella australiana e quella del Sud Africa, tutti e tre paesi chiave nelle negoziazioni. Devono chiaramente fidarsi di noi perche’ i muri sono fatti di cartongesso...

Meetings, meetings, meetings...
Le negoziazioni sono di una complessita’ enorme, questa volta ancora di piu’ che nel passato. Ci sono 7 diversi meeting tutti in plenario da qui al 12 dicembre, dal meeting su Kyoto a quello di alto livello con i ministri.

I meeting sono programmati in contemporanea a due a due, il che significa che le delegazioni devono costantemente dividersi e organizzare il lavoro cosi’ da coprire tutte le sessioni, i gruppi di contatto paralleli e ogni altra discussione. Ogni delegazione poi appartiene a vary gruppi regionali (AOSIS, EU, SIDS, G77, ecc) i quali hanno meetings di coordinamento durante la giornata. Questo e’ quello che faro’ anch’io per le prossime due settimane, perche’ anche se solo ‘paesi’ possono essere firmatari delle convenzioni, organizzazioni del genere piu’ svariato – dalle Nazioni Unite a Greenpeace – possono partecipare in quanto osservatori. Il nostro ruolo e’ diverso ma importante... Ma questo e’ materiale per i prossimi giorni.



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